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La Vicinia di Donego e le pergamene

Le prime testimonianze scritte dell’istituzione della Vicinia di Donego si rintracciano nel lontano XIV secolo. La Vicinia era un’associazione stretta tra alcune antiche famiglie di Vigo Cavedine (Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina e Zambaldi) proprietarie della porzione di montagna, denominata Dònego, posta sopra al centro abitato. Guidati dagli articoli redatti in uno Statuto, i Vicini usufruivano del diritto di sfruttamento esclusivo del terreno e del bosco locale.

La prima fonte a disposizione degli studiosi è la copia autentica, redatta nel 1528, di una sentenza stabilita da Nicolò d’Arco nel 1332 per una causa intentata dalle ville di Brusino, Laguna, Mustè, Lapè e Stravino contro Vigo che confermò la legittimità della proprietà. Nel corso dei secoli seguenti la Vicinia fu ripetutamente oggetto di contese ed accordi testimoniati da pergamene del 1571, 1609, 1615 e 1647.

La pergamena, tipica dell’età tardo antica – medievale, è un supporto d’origine animale ricavato dalla pelle di vitello, d’agnello oppure di capra. Gli animali venivano macellati in determinate stagioni per conservare ottimamente il vello che poteva essere posto sotto sale. Il processo, che portava alla produzione della cartapecora, iniziava con un ripetuto lavaggio per eliminare il sale in eccesso e proseguiva con l’immersione nella calce viva per bruciare i follicoli, i peli residui e per sgrassare il lato carne della pelle. Successivamente si asciugava il vello attaccandolo con degli anelli ad un telaio per tendere e distendere orizzontalmente le fibre di collagene. Si toglievano anche gli eventuali brandelli di carne rimasti avvalendosi di un coltello a mezzaluna, la novacula. Una volta asciutta e tagliata, la pergamena poteva essere già utilizzata. Esisteva anche un altro processo di ulteriore raffinazione che prevedeva la levigazione della stessa sfregando una pietra pomice.

La cartapecora era un materiale molto costoso sia per la sua origine animale sia per le difficoltà legate alla produzione. Infatti la pelle mostrava frequentemente imperfezioni quali i famosi "occhi" oppure squarci provocati da punture d’insetto o problemi- errori sorti in fase di produzione.

Le pergamene riportano, a seconda dei secoli, scritte tracciate in alfabeti molto differenti che potevano variare dalla minuscola carolina, alla gotica, alla minuscola cancelleresca fino alla mercantesca o ad altre forme grafiche.

 

Fonti:

Bosetti M., Alla ricerca dell’identità storica della Valle dei Laghi: terra di paesaggi, pievi, comunità, castelli e conquiste, Calavino, 2014, pp. 53-61

Appunti lezioni del corso universitario a Trento di Paleografia Latina tenuto dalla professoressa Donatella Frioli (A.A. 2012/2013)

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Tavolo imbandito visto dall'alto con persone ch brindano
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