I castelli della Valle dei Laghi
Castel Madruzzo
Castel Madruzzo, il maniero della famosa famiglia nobile che controllò il principato vescovile di Trento per un secolo, sorge a monte dell’omonimo paese.
Venne nominato per la prima volta (in alcuni documenti del 1161) in occasione della sua cessione come feudo, da parte del principe vescovo Adalpreto, ai capostipiti della dinastia Madruzzo: Gumpone ed il nipote Boninsegna.
In seguito a lotte politiche, all'estinzione della linea maschile della famiglia originaria, a passaggi ereditari e ad insolvenze economiche, il castello medievale passò (fine XV- inizio XVI) nelle mani di Gian Gaudenzio, nipote di Aliprando di Nanno. Egli decise di mutare il cognome familiare in Madruzzo e modificare lo stemma. Suo figlio, Cristoforo, inaugurò il celebre Concilio di Trento nel 1545.
Il castello, circondato da un’alta cinta muraria medievale, è diviso in due sezioni: la parte meridionale abitabile (d’origine soprattutto cinquecentesca) e quella settentrionale in rovina, nella quale è presente il mastio. All'interno del complesso venne eretta una piccola chiesetta nella quale, ai tempi dei Madruzzo, il pievano di Calavino celebrava la Santa Messa a Pasqua ed a Natale. Attorno alla costruzione si estende un immenso parco di 12 ettari.
Nel 1703 il generale francese Vendôme incendiò e distrusse quasi completamente il castello. Seppur ricostruito nel XIX, il complesso cadde rapidamente in rovina. Restaurato in parte tra il XIX - XX dalla famiglia Larcher, oggi lo splendido e maestoso Castello di Madruzzo appartiene alla famiglia dei Montagna di Milano e non è accessibile ai visitatori.
Castello di Toblino
ll Castello di Toblino, raro esempio di castello lacustre, sorge sopra una piccola penisola posta nell'omonimo lago.
La documentazione storica attesta (fin dal 1100 circa) la sua appartenenza ai vassalli del Principe Vescovo di Trento. Si verificò una breve interruzione, tra i secoli XIII - XV, per l’acquisizione del controllo di Castel Toblino da parte della nobile famiglia Campo. Tuttavia, alla morte dell'ultimo discendente, il complesso rientrò nella sfera d’interesse del principato.
Trascorso un periodo di lotte intestine tra le famiglie nobili, Castel Toblino venne affidato dapprima alla famiglia dei Clesio ed in seguito dei Madruzzo. La sua importanza crebbe, specialmente nel XVI, quando divenne la sede periferica della corte vescovile trentina e fu la residenza d’illustri ospiti del Concilio di Trento. In tale periodo si procedette importanti restauri che modificarono in modo significativo gran parte della struttura.
Il castello fu occupato per pochi giorni nell'aprile 1848 dal Corpo Volontari Lombardi nel tentativo di conquistare la città di Trento.
La posizione strategica di Castel Toblino, che consentiva di controllare l’importante nodo di collegamento tra Trento e la valle del Sarca e la valle del Chiese, portò alla costruzione di una forma quadrangolare principale ed all'edificazione di un mastio circolare. L’edificio è circondato anche da una cinta muraria merlata che racchiude la residenza ed un magnifico parco.
L’antico castello è avvolto anche da una tragica leggenda, d’origine letteraria, che narra la travagliata storia d’amore tra il principe vescovo Carlo Emanuele (ultimo della dinastia dei Madruzzo) e la nobile Claudia Particella nel XVII secolo. Piccola curiosità: una versione della vicenda è stata tramandata anche da un romanzo storico, scritto nel 1910, di Benito Mussolini.
Attualmente il castello è di proprietà privata ed è possibile accedervi avvalendosi dell'ottimo servizio di ristorazione.
Castello di Terlago
Il Castello di Terlago, d’origini medievali, sorge sopra una modesta altura che sovrasta l'omonimo centro abitato. Venne eretto come elemento difensivo e di controllo per la via che univa la Valle del Sarca alla Valle di Non.
Non sono stati ritrovati documenti precisi che testimoniano il periodo esatto nel quale sorse il castello, tuttavia, i primi riferimenti si possono cogliere nelle vicende della dinastia dei Terlachu, la famiglia nobile che lo possedette tra il 1124 ed il 1208. Definiti come nobili militi per il loro valore militare, i Terlachu rimasero e rimangono impressi indelebilmente nelle pagine della storia locale. Inoltre, attraverso un’analisi architettonica, sono state aggiunte delle prove ulteriori che confermano le origini delle strutture più antiche al XII secolo.
La situazione mutò drasticamente nel 1457 quando Nicolò di castel Terlago cedette parte del maniero alla famiglia Calepini di Trento dando avvio ad una battaglia legale che si protrasse fino al 1533. In tale data la famiglia nobile dei De Fatis entrò in possesso del castello, assunse il predicato di Terlago e mantenne la proprietà dell'edificio sino al 1952.
Nelle mura del Castello di Terlago si possono individuare ancora oggi i fori dei proiettili scagliati dalle truppe del generale francese Vendôme nel corso della sua avanzata in Valle dei Laghi nel lontano 1703.
La parte antica del castello è costituita da due torri medievali del XII secolo: la torre Mozza e la torre Alta, utilizzate probabilmente per controllare i traffici del territorio. Tra il XIII ed il XIV fu costruito il palazzo residenziale che collegava le due torri. Dopo le distruzioni di Vendôme, il castello fu modificato drasticamente, perse la sua funzione di fortezza e divenne una residenza nobiliare di campagna dotata di un giardino in stile italiano.
Una leggenda popolare tramanda che si aggiri, nelle lunghe notti, il fantasma di una contessa di Terlago, custode di un favoloso tesoro nascosto nel castello.
Il maniero è di proprietà privata e purtroppo non è accessibile al pubblico.
Foto Clamer
Castello di Drena
Abbarbicato su di una roccia, il Castello di Drena si staglia contro il cielo sopra l'omonimo abitato. Sono stati rinvenuti dei resti archeologici che, presumibilmente, riconducono le sue origini già in epoca preistorica. Alcuni studiosi ritengono che l'edificio, visibile odiernamente, sia l'evoluzione di un castelliere eretto allora.
La posizione strategica di Castel Drena ha provocato numerose controversie, sfociate anche in scontri militari, per il controllo del territorio sottostante. Infatti, la Famiglia Sejano, prima proprietaria, lottò a lungo e strenuamente con i Conti d'Arco per mantenere invano il dominio. Si deve citare a riguardo un documento, risalente al 1175, che testimonia la cessione del possesso a favore dei secondi.
Al termine del XVIII secolo, nel contesto della Guerra di Successione Spagnola, il Castello di Drena venne conquistato e distrutto, in parte, dal generale francese Vendôme.
La struttura del castello si è conservata nella semplicità della sua forma: un recinto murato con una torre centrale. Nel XII secolo, per difendersi, fu innalzato un mastio centrale di 25 metri dotato di poche aperture: 2 porte sopraelevate (una delle quali forse fungeva da collegamento ad una residenza non rinvenuta), 2 feritoie e 4 finestrelle alla sommità. Lo spalto di vetta del mastio è caratterizzato da alti merli ghibellini. La cinta è di forma poligonale allungata mentre la muratura risulta liscia ed in alcuni tratti riporta ancora la merlatura.
Il castello, gestito dal MAG (Musei Alto Garda), è accessibile al pubblico negli orari d'apertura previsti.